La stanza di Dafne è un giardino meraviglioso. Nella stanza di Dafne nulla è casuale, nulla è selvaggio, tutto è cura e controllo.  Qui ci sono le più incredibili spettacolari citazioni della natura, decontestualizzate dai luoghi di provenienza e messe insieme per il dileggio del padrone del giardino delle meraviglie e dei suoi ospiti. E nel recinto confinato del paradiso, non entrano conflitti, turbamenti, passioni. E così quando Febo Apollo, invaghitosi follemente di Dafne, della sua essenza, della sua persona e non solo della sua forma, entra nel recinto, la creatura fugge, non abituata a tanta passione manifesta. È giovane, spaventata e nel disorientamento dell’amore adolescente prega fortissimamente suo padre di dissolvere la sua forma. E il padre la accontenta. Dafne diventa alloro ma Apollo la ama lo stesso e per sempre le promette che porterà I suoi rami e le sue foglie sulla sua faretra, sulla sua cetra, sulla testa di chi si impegnerà a suo nome. E lei, con le fronde, accondiscende. Nella stanza di Dafne vive l’adolescente che non ha forme e quindi ha tutte le forme, si odia e si ama, è negli indistinti confine e, dopo aver giocato tra infanzia e età adulta nel giardino, scavalca il recinto e inizia un nuovo percorso.

Con il Morphin’ quartet:
Valentina Tramacere, mezzo soprano, Alessandro Regoli, contraltista, Bruno Corazza, basso baritono Emiliano Begni piano e vocal

Letture:
Elisa Lombardi, Livia Saccucci, Marco Paparella, Vincenzo De Luca

Direzione musicale Emiliano Begni, Bruno Corazza

Direzione artistica Francesca Caprioli