Aracne, artista dal talento e dall’esattezza dell’ordito da far Invidia agli dei, è utilizzata come metafora di una umanità affaccendata, impegnata, affaticata a volte nel suo riscatto perenne con il proprio peccato originale: la mortalità. Per affrancarsi da esso, Aracne, si esprime producendo mimesi della realtà che rifondino un mondo a propria immagine e somiglianza da lasciare ad imperitura memoria. Aracne, figlia di Idmone di Colofone, di famiglia di tessitori, difatti, viene tramutata in ragno da Atena, dopo aver vista una sua tela al di sopra di ogni esattezza e meraviglia. Ma la sua arte attraversa trasversalmente ogni forma da lei acquisita: da ragno continuerà a tessere capolavori complessi e meravigliosi che chiamiamo ragnatele. Narratore perfetto per convivere in questa stanza è il SENEX, il quale concilia l’arte del racconto, strettamente connessa all’arte della tessitura già da tempi molto antichi, con la volontà, quasi l’urgenza di restituire racconti che sono frutto di esperienza e vita vissuta, di storie raccolte, ascoltate o esperite in prima persona e tramandate in una forma sia metaforica che concreta: la tela.

Con il Morphin’ quartet:
Valentina Tramacere, mezzo soprano, Alessandro Regoli, contraltista, Bruno Corazza, basso baritono Emiliano Begni piano e vocal

Letture:
Elisa Lombardi, Livia Saccucci, Marco Paparella, Vincenzo De Luca

Direzione musicale Emiliano Begni, Bruno Corazza

Direzione artistica Francesca Caprioli